sabato 4 giugno 2016

Dal mio diario: 13 dicembre 2013.

Perché deve sempre tutto crollare?
Perché ogni cosa che cerco di ricostruire, alla fine va giù?
Non so dove sbaglio, e se solo lo potessi capire, farei in modo di aggiustare tutto.
Invece, c'è sempre qualcosa che rovina tutto. 
Parto bene al mattino, e poi qualcosa va storto, si rovescia e io mi accascio alla sera sul letto pensando a quanti disastri so solo combinare a me stessa, senza avere minimamente la forza e la spinta giusta per cominciare a creare qualcosa per il mio futuro.
Ho paura, lo so e lo ammetto. 
Ho terrore di sbagliare ancora.
Fa male cadere, cazzo se fa male. E io non voglio piu' farlo. 
Piu' passano i giorni e piu' mi rendo conto di quante volte io sia stata realmente me stessa, quante volte io mi sia sentita veramente protetta o semplicemente a ''casa''. 

Perché il prezzo da pagare è sempre così alto?
Perché la mia famiglia si ostina, ogni giorno, ogni istante, a impormi di imparare ciò che non riesco a fare?


''Ho altri progetti per la mia vita, ma vi ringrazio lo stesso''.
Ecco è questo quello che vorrei dirgli senza che loro ribattano contro.
 
Ma come posso farglielo capire se nemmeno io so che cosa voglio? 
Non posso. Accetto tutto e forse è perché mi merito tutto ciò che di negativo mi è successo.
Mi viene solo da piangere e da rinchiudermi in me stessa ancor di più. 
Ci sono giornate in cui a malapena ho tempo di mettermi davanti allo specchio e cercare di compiacermi un pò di più. 
Non so se sto migliorando o no. 
Ormai i miei occhi ricordano solo l'immagine di una ragazza infelice, insoddisfatta e grassa.
E' come se non accettassero miglioramenti per vedermi felice.
 
Da tanto tempo nulla è al proprio posto. 
Questa non è la vita che mi sono scelta, ma sono obbligata, sì. 
Ogni momento che passo con ciò che odio, mi fa dimenticare chi sono in realtà. 
Sono due anni che mi colpevolizzo perché non sono in grado di fare qualcosa che mi hanno imposto gli altri. 

''E' solo colpa mia, te lo meriti Elena. Quindi zitta che potrebbe andarti peggio.'' Me lo ripeto ogni dannato giorno. 

Ho solo paura di dimenticare chi sono, chi ero e che cosa amo fare. 
Ho paura, un giorno, di specchiarmi e di non riconoscere nemmeno più gli sguardi del mio viso.
So che non è il mio, non è il frutto del mio successo, ma della felicità di chi ha imposto i suoi di sogni.
 


Sul mio viso c'è il sogno realizzato della mia famiglia, 
e sui miei polsi, le conseguenze. 

Che rumore fa l'anima quando si spezza?

Quando sai benissimo di non appartenere a nessun canone dettato da questa infernale società.

Quando ogni cosa ti sembra al posto sbagliato, spiegata con le parole peggiori e provata nel modo più dispregiativo assoluto.

Non hai più parole, e nemmeno più la voce forse. 

martedì 31 maggio 2016

26 gennaio 2014

Ho sempre cercato quello che mi potesse far stare meglio, stare con i piedi a terra, più... me stessa. 
Ma il problema è che quando trovavo questa stabilità, non potevo avvicinarmici, anzi potevo osservarla solo a debita distanza e godermi solo la sua lucentezza. 
Era come una demo in cui avevo al massimo 90 secondi per provarla e, se la volevo per intero dovevo pagarla, e il più delle volte ero a disposizione di pochi soldi.
Ci rinunciavo e ogni volta che volevo giocarci, speravo che la demo non si interrompesse. 
Ecco, la mia felicità la giudico così.

I miei sogni così lontani da dove abito io, 
il mio cuore così piangente e solitario, ha bisogno di quel abbraccio che mi faccia dimenticare quanto questo mondo faccia schifo.
Le mie mani sempre pesanti e morsicate dai miei stessi denti, hanno bisogno di altre mani ancora più solide che curino ogni dolore.
Ho smesso di alzare gli occhi al cielo per un miracolo di vittoria contro il peggio di me stessa e il resto che mi circonda.
Ho smesso persino di credere nella forza delle parole della musica, quelle frasi tanto coraggiose e incitanti al combattimento.

Ci sono tante ragioni per essere felici a questo mondo, e sapete qual è la differenza?
'Accettare'. 
Sì, devi porti quella domanda che neghi sempre a te stessa, e risponderti con totale sincerità anche se fa paura:
E' questo ciò che voglio davvero?

Non ci si deve mai accontentare e prendere le strade più facili.
A volte quella della felicità è ostacolata da tanti fossi nei quali cadrai continuamente, ma starà a te guardare bene per terra prima di inciamparti e farti male.

domenica 29 maggio 2016

La gente non sa essere furba.

Sapete cosa mi fa sorridere di più? 

Il fatto che le persone che mi circondano siano sempre convinte di conoscermi bene perché, probabilmente, abbiamo condiviso un paio di anni a scuola insieme, oppure ci siamo incontrati un paio di minuti alla cassa del supermercato, oppure quando sono entrata in un bar per un cappuccino e queste erano dietro il bancone a servirmelo.
Forse sono nettamente dotate di spirito d'intuizione per il tipo d'acconciatura che avevo in quel momento; forse avevo il cellulare all'orecchio e frugavo nervosamente nella borsa per cercare il portafoglio, e hanno ben creduto che fossi diventata una manager super impegnata.
O forse dev'essere stato il momento in cui hanno saputo che ero incinta e che, a detta loro, la mia vita sarebbe finita da lì a poco.
No, forse è stato il giorno in cui mi hanno visto al termine della gravidanza con il mega pancione e i miei appena quattro chili presi in totale, che hanno pensato che io soffrissi di qualche strana ''patologia'' che non mi abbia permesso di ingrassare a sufficienza e, di conseguenza il mio bambino stava soffrendo.
Che grossa stupidaggine recarsi da un ginecologo quando abbiamo a portata di mano queste suddette persone che riescono a prevedere meglio di un medico la salute di un bambino!
Perché tutti si trasformano in scienziati e dottori quando si tratta del benessere di un'altra persona... meglio ancora se la conoscono appena perché i consigli non richiesti li sanno tirare fuori con più energia!

Ma la parte migliore sapete qual è? 

Quando si mostrano interessati a te e in realtà non lo sono affatto.
Quando ti capita qualcosa di spiacevole e all'improvviso ti stanno accanto come se questo li gonfiasse l'autostima.
Quando invece, ti capita qualcosa che rende te felice, ecco che si fingono super impegnati e super presi dalle loro faccende quotidiane (che ovviamente si tratta di spettegolare solo in cattive situazioni, ma quando voi siete sereni non possono farlo).

Queste le conosco personalmente, potrei anche inventare dei nomi per non macchiarmi di violazione di privacy, ma che senso avrebbe? Se mi leggessero dovrebbero già sentirsi onorate che le abbia anche solo classificate PERSONE.
Mi ha sempre fatto schifo scambiarci anche solo un paio di chiacchiere, perché io non ho la via di mezzo per queste situazioni: o mi stai vicino o mi stai alla larga.
Potrei ancora continuare la lista infinita, ma sono molto fiera di aver cominciato da un pò a fare piazza pulita di questi parassiti che mi hanno albergato vicino fin troppo tempo.
Prima di terminare il mio pezzo, vorrei aggiungere alla classifica quelle persone che spariscono fino all'arrivo del prossimo papa, e poi ritornano appena prima dell'elezione per domandarti come procede la tua vita (in realtà non gli importa un fico secco, lo fanno solo per avere un elemento di conversazione al tavolino di un bar mentre sorseggiano il loro aperitivo con l'ombrellino).
Tu stai al gioco e procedi inventando di sana pianta qualche sciocchezza, cosicché sapresti immediatamente chi mette in giro per il paese qualcosa di te... magari ci aggiungi la classica frase: 
''Oh, non dirlo a nessun altro che l'ho solo detto a te!''. 
Ma quando concludono con l'esclamazione: ''Fatti sentire mi raccomando.'', ecco che mi si gonfiano le vene nel collo e, in quel momento, decidi di rispondere rassicurandoli con il loro stesso tono falso:
''Certo, aspetta una mia chiamata''.   Quella che non avverrà mai.