lunedì 16 maggio 2016

9 marzo 2014

Questa vita ha riservato per me il peggiore dei mali in sei anni, 
e non mi sono mai sentita quella più sfortunata, fino a quando non mi strapparono i sogni e me li accartocciarono davanti ai miei occhi. 

La vita è difficile, mi dicevano, e ora so che è vero. 
Non ho mai creduto al destino, e non ho nessuna fede, e sicuramente ciò che di brutto mi è capitato e mi sta capitando non è di certo perché non credo in qualcuno di 'superiore'. Lo sbaglio è stato non credere in me stessa, non credere che forse ne sarei uscita 'bene' se mi fossi fatta aiutare 3 anni fa. 

Domani sarà diverso, continuavo a ripetermi. 
E nulla cambiava.
In fondo sapevo che in un qualche modo c'è l'avrei fatta a uscirne definitivamente, forse non subito, ma un giorno sì.
 
La verità è che mi spaventa stare senza cibo. E' stato un amico per me, mi 'drogava' di libertà quando avevo bisogno di fuggire, è come una sbronza che ti rende incosciente della realtà, 
ecco perché ho accolto la bulimia nella mia vita. 

Sono cresciuta fisicamente, ma la mia mente è rimasta a tanti anni fa, a quando avevo appena 14 anni. 
Vivo di questo ogni giorno, vivo di rimpianti e di rimorsi, di colpevolezze ed errori imperdonabili, di frasi d'effetto per trovare la forza di essere forte. Ogni storia sembra uguale, ma ognuna di noi ha le sue fondamenta, le sue paure e le sue ragioni per non voler smettere di abbandonare ciò che consola.
Non riesco a fare la mia vita da diciannovenne. 
E non riuscirò a fare nemmeno quella da ventenne.
Mi accorgo che gli anni passano e io sono ferma a quell'anno 2009. 
L'anno in cui vorrei ricominciare, che vorrei ripercorrere, che vorrei cambiare. 
L'anno dell'inizio di questa sconvolgente esistenza, l'anno in cui avrei avuto diverse possibilità per smettere e riprendere da dove ho mollato. 
Il mio passato è stato come mangiare il proprio piatto preferito, quasi una delizia in confronto a ciò che mi spetta nel domani.
Il mio presente non so che nome abbia. 
Nel mio futuro sono nuda di sogni miei, di speranze e abbandonerò me stessa e la mia personalità per costruirne una su misura come vorrebbe veder la gente.
Tutta questa fretta mi confonde, mi sconcerta, mi impedisce di piangere come vorrei fare. Io so per certo che non mi aiuterà cambiare vita in qualcosa che detesto fare, io so per certo che avrò più paura che coraggio, e so per certo che nulla cambierà davvero e che questa malattia non la vorrò più lasciar andare via. 
Ma so per certo che indietro non si torna, si può solo andare avanti. 
Ma ora chiedo: e se il futuro fosse ancora peggio del passato, sareste disposti a continuare?

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