mercoledì 18 maggio 2016

Quanto si cambia in pochi mesi?

Quanto cambiano i pensieri?
Quante volte ci sentiamo incompleti e poi pieni d'orgoglio?
Quante volte abbiamo provato lo sconforto di sentirci uno schifo e poi pieni di forza e autostima?
A me è capitato esattamente quasi due anni fa. 
Non mi sono accorta subito di essere finalmente uscita dalla bulimia. Forse provavo un'insolita sensazione d'imbarazzo verso me stessa quando mi scrutavo allo specchio. 
Non sapevo che cosa volesse dire vivere, finché non cominciai a rendermi conto che avevo smesso di preferire di rimanere chiusa in una stanza da letto. 
Iniziai a vedere la mia vita non più come un danno irreparabile, ma come una nuova occasione per riprendermi dai meandri oscuri che si erano impossessati di me troppo a lungo. 
A poco a poco, i giorni si trasformarono in settimane e io mi sentivo più leggera e meno pesante, e non parlo solo dell'aspetto fisico. 
Quello che contava davvero era preparare la mia mente verso la guarigione. Il corpo veniva dopo. Perché se non si sta bene psicologicamente, come si può pretendere di guarire?
Anche la musica sembrava diversa alle mie orecchie. 
Prima l'ascoltavo per affondare ancora più in profondità. Adesso per immedesimarmi, per compagnia, per stare bene, per essere felice. 
Ho smesso anche di punirmi e di reputarmi una fallita. 
Non so come abbia fatto, ma è capitato.
Qualcuno mi aveva anche chiesto se cancellerei il mio passato da bulimica. Io ho risposto di no. 
Forse potreste pensare che l'abbia detto per puro masochismo, ma non è affatto così. 
Non dico certo che mi sia piaciuto vivere da malata per tanti anni, cancellando la possibilità di godermi l'adolescenza come qualsiasi giovane meriterebbe. 
La malattia mi ha trasformata, mi ha reso più forte, mi ha insegnato che nella vita non c'è niente di peggio che perdere il controllo di sé stessi, di non sapersi orientare, di rimanere fermi sempre sulla soglia di casa con la paura di oltrepassarla per vedere cosa ci può essere di migliore. 
Insieme alla bulimia io sono cresciuta. Anzi, mi ha costretta a crescere. Più degli altri. Più dei miei coetanei, i quali avevano sciocche preoccupazioni rispetto alle mie. 
Loro si occupavano di organizzare feste e io organizzavo le mie gite indisturbate al frigorifero e dispensa. 
Loro si divertivano a scattarsi fotografie sulla riva di un fiume, io mi nascondevo tra i muri blu della stanza da letto. 
Loro gioivano di un ottimo voto in un'interrogazione a scuola, io speravo di farcela a non ricadere nelle abbuffate. 
Loro si svegliavano assonnati, io insonne e reduce da una serata passata in lacrime e contornata da schifezze di ogni genere alimentare. 
Loro li vedevo liberi, e io imprigionata. 
Non incoraggio in alcun modo la bulimia, e nemmeno inviterei il peggior nemico a conviverci. 
Non sai quando entra e nemmeno quando esce, finché non ti rendi conto di essere depressa e improvvisamente fiera di te stessa. 
Solo adesso posso dichiarare di esserne guarita, a distanza di due anni. 
La ripresa è stata dura.
Ho dovuto ricominciare a mangiare, perché non sapevo più cosa volesse dire alimentarsi in maniera salutare.
 
Ho imparato ad interpretare le mie emozioni per quello che erano davvero, e non a portarle sotto i riflettori del cibo consolatorio. 
Ho dovuto piangere se mi veniva da piangere. 
Ho dovuto urlare se dovevo arrabbiarmi. 
Ho anche cacciato alcune persone deleterie per la mia guarigione. Sì, e non me ne sono pentita. 
E infine, ho accettato di essere come sono. 
Ho accettato di aver avuto vizi pesanti. 
Ho accettato, dopo la ripresa, di aver trascorso parecchi mesi in compagnie sbagliate che mi hanno accompagnato verso strade pericolose. 
Ho accettato la mia testardaggine, la mia durezza di pensieri. 
Non racconto quest'ultima parte con fierezza, ma negare di aver avuto una ripresa facile è una bugia. 
Tra poco sarò una mamma, e tutto l'amore che ho racchiuso nel mio cuore lo dedicherò a lui e al mio compagno. 
E la mia personalità vulnerabile e folle non cambierà verso gli altri.

La verità è che non voglio fingere di essere una brava ragazza, quando dentro di me regna l'eccentricità.

2 commenti:

  1. Ciao Elena!
    Comprendo appieno la fatica del percorso che hai affrontato e ancora oggi affronti.
    Spero un giorno di poter scrivere anche io parole simili alle tue. Ti seguo, un abbraccio!

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    1. Ciao! Ti ringrazio intanto per avermi letta e compresa, mi fa molto piacere!
      Se anche tu soffri di un disturbo alimentare, non ti arrendere mai, anche se ti trovi nel buio più totale e nello sconforto più profondo. C'è sempre un modo per uscirne, e sopratutto credi tantissimo in te stessa, anche questo è necessario! Un bacione grande.

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