mercoledì 11 maggio 2016

15 giugno 2014


Mi ricordo che la mia psicologa mi chiese di raccontarle il periodo più brutto della mia vita. 
Mi son detta che ci sarebbero state tante cose da scrivere, ma una senza dubbio fu quella che rovinò la mia esistenza.

Se questa domanda mi fosse stata fatta l'anno scorso avrei certamente risposto che l'evento più brutto della mia vita è stato l'abbandono di mia madre quando avevo 14 anni. 
Ma adesso so che la cosa più brutta che temevo di vivere, è stato quando ho dovuto abbandonare la vera me stessa per inseguire qualcosa che non mi appartiene e che non riesco a realizzare con totale interesse. 
Ogni giorno, a partire dal risveglio penso a come essere forte e a trovare un motivo per non crollare mai, e per non avere paura delle mie reazioni folli che potrei scatenare. 
Nel momento in cui ho capito chi avrei voluto essere e che cosa avrei voluto fare, ho dovuto lasciar tutto e intraprendere una strada che non ho cercato io, ma che invece mi ci hanno spinto. 
''Non potrebbe mai capitare a me'' e invece è successo. No, forse non è nemmeno questo il peggio. 
Il peggio credo sia quando ho cominciato a far capire le mie vere passioni e intenzioni, e la mia famiglia ha finto di non comprendere e ascoltare, e hanno approfittato della mia debolezza. Non dovrebbe succedere in una famiglia questo, e invece è successo. 
Più cercavo di rialzarmi e più mi buttavano a terra, più facevo vedere che io ero diversa da loro e più loro cercavano di trovarmi mille ragioni per sminuirmi e farmi sentire una fallita. 
E tutto questo ha creato un susseguirsi di eventi che sconvolsero completamente la mia esistenza, facendomi perdere completamente il controllo della mia vita, lasciandomi sfuggire anche le occasioni più importanti del momento. 
Non so chi sono davvero, ma qualunque cosa sono, ho imparato ad accettarlo.


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